L’intervista rilasciata oggi a Repubblica dal Presidente della Rai, Marcello Foa, è imbarazzante. Per lui.
Sembra che a parlare sia un passante.
E invece è un signore che ha avuto la guida del CdA, e la rappresentanza legale, della Rai per 3 anni.
Se il giudizio sull’Azienda è quello che esprime dovrebbe essere lui stesso a darsi un voto.
E magari – visto il bilancio negativo che lui stesso traccia – restituire lo stipendio percepito in questi anni.
È evidente che nel bilancio di fine mandato di Foa ci siano gravi omissioni:
1- nulla dice sul fatto che la sua nomina a Presidente sia avvenuta con una forzatura della legge perché è stato indicato dal governo;
2- nulla dice sulla ulteriore forzatura della legge avvenuta in occasione della ratifica della nomina, visto che è stato necessario un secondo voto della Vigilanza;
3- nulla dice sulla vicenda della mail truffa in cui è ingenuamente inciampato e che ha fatto rischiare alla Rai un grave danno economico;
4- nulla dice sull’annuncio in pompa magna da parte sua della partecipazione della Rai a un grande progetto Ebu di una piattaforma internazionale dei Servizi Pubblici, progetto rimasto solo uno dei suoi annunci a vuoto;
5- nulla dice sugli attacchi che ha riservato a giornalisti dell’azienda che amministra, con lezioni degne di un 3 all’esame di giornalismo, e ovviamente continua a tacere sui silenzi che lo hanno colpito quando doveva invece, da amministratore del Servizio Pubblico, difenderne l’autonomia e la libertà.
Potremmo continuare, poiché gli episodi non mancano ma per brevità ci fermiamo, considerando che già solo per uno degli episodi sopra citati la dignità e serietà, richieste per l’importanza del ruolo che si ricopre, avrebbero dovuto sollecitare quanto meno un senso d’inadeguatezza.
Ci auguriamo almeno che Marcello Foa provi un po’ di imbarazzo quando passerà ancora una volta in cassa a ritirare il suo stipendio, ma soprattutto che faccia gli scatoloni quanto prima.
Esecutivo Usigrai