Ma di quale bando di gara si favoleggia? Di quali obblighi di legge o europei? Se si vuole davvero adeguare il sistema radiotelevisivo al contesto europeo è necessario approvare poche riforme chiare: legge sulla governance che sottragga il controllo ai partiti e i governi, legge sui conflitti di interesse, normativa antitrust, provvedimenti per abbattere l’evasione del canone (che causa danni pari a 600 milioni di euro ogni anno).
Si traduca in norme il pronunciamento del Consiglio d’Europa del 16 febbraio 2012 sui Media di Servizio Pubblico.
E’ evidente che è iniziata la partita del rinnovo della concessione di Servizio pubblico del 2016, e sono evidentemente scesi in campo interessi politici, economici ed editoriali.
Ben venga la consultazione pubblica annunciata dal vice ministro Antonio Catricalà per il Contratto di Servizio e, sul modello della Royal Charter della Bbc, per la concessione: sarà l’occasione per fare chiarezza sulle posizioni del governo e di tutti i partiti.
Intanto riteniamo positivo che il vice ministro abbia detto con chiarezza che la Rai è un “asset strategico” e per questo il governo non ha in programma nessuna ipotesi di privatizzazione o di vendita.
Esecutivo Nazionale Usigrai