L’annuncio a mercati aperti della vendita di quote di Rai Way ha causato un significativo calo della quotazione azionaria: il titolo ha perso il 4,42%, pari a circa 57 milioni di euro di capitalizzazione andati in fumo.
Ci auguriamo che al settimo piano di Viale Mazzini abbiano ben ponderato le scelte di queste ore.
Resta il fatto che un vertice vicino alla scadenza non ha esitato nelle settimane scorse a nominare un terzo condirettore alla TGR e aumentato il numero dei vice direttori pur di garantirsi il voto di oggi sul questo piano industriale e sul contratto di servizio.
L’unica buona notizia è sul piano formale che i due provvedimenti siano stati approvati insieme.
Nelle prossime ore forse capiremo meglio le intenzioni di questo vertice sul piano industriale ma i primi segnali non sono incoraggianti per il futuro della Rai e dei lavoratori dell’azienda.
Non ci sono impegni sull’Informazione Rai, sulle risorse umane per realizzarla, sul futuro dei lavoratori precari che attendono inutilmente da anni un impegno concreto per il riconoscimento dei loro diritti.
Mentre c’è chi fa la claque a questo vertice Rai, l’unica comunicazione al Sindacato è stata la disdetta dell’accordo sul premio di risultato; l’annuncio di una stagione dove i sacrifici si chiederanno ai lavoratori mentre per agenti e programmi flop da 200 mila euro a puntata si può aspettare anche mesi prima di fermare gli sprechi.
Esecutivo Usigrai