Nella Rai dello scambio delle poltrone si consuma l’ennesimo flop dell’era Sergio/Rossi, ai danni di cittadini e dipendenti.
Il programma milionario di Giletti è andato male. Un esordio con indici di ascolto che non sono riusciti a raggiungere quelli di Augias, con la Torre di Babele.
All’inseguimento del Cambio di Narrazione questa dirigenza infila un buco dietro l’altro umiliando la professionalità di colleghe e colleghi Rai, lasciati da parte per correre dietro a presunti campioni che alla prima prova mostrano già i loro limiti.
È evidente a tutti che il progetto di distruggere RaiTre sta andando avanti a colpi di programmi che allontanano il pubblico ma nemmeno ne portano di nuovo.
Quello che fa male inoltre è il continuo ricorso a produzioni e personale esterno in una Rai di oltre 10mila dipendenti che ben potrebbero essere il valore aggiunto dell’Azienda e invece vengono trattati come residuali quando c’è da lanciare nuovi prodotti.
Non solo, come denunciato già dal CdR, non si capisce per quale “stato delle cose” il programma di Giletti sia finito sotto il Genere cultura. Il sospetto, viste le cifre che girano intorno a questa produzione, è quello di trovarci di fronte a un altro “artista” dai compensi stratosferici.
Intanto i debiti crescono e a farne le spese sono i dipendenti, che di questo passo rischiano il posto di lavoro.
Cosa fare? Per cominciare Il nuovo CdA metta all’ordine del giorno la chiusura dell’esperienza fallimentare dei Generi e si torni all’organizzazione per reti.
Esecutivo Usigrai