L’intervento di Daniele Macheda, Segretario Usigrai al VXII Congresso di Milano Marittima

Milano Marittima (Ravenna), 13 gennaio 2025 – “In un momento in cui il tentativo di frammentazione dei corpi intermedi si fa più forte nel Paese e nelle categorie, compresa la nostra, è necessario rendere sempre più incisivo il ruolo della rappresentanza delle giornaliste e dei giornalisti della Rai”.

L’ha sottolineato nella giornata odierna di lunedì 13 gennaio da Daniele Macheda, Segretario Nazionale di USIGRAI, in apertura del XVII Congresso Nazionale USIGRAI, in corso a Milano Marittima in questi giorni.

Solidarietà, libertà, diritti. Sono questi i temi del 17esimo Congresso Usigrai. Il sottotitolo del congresso è: “Usigrai: di sana e solida Costituzione”. La Costituzione è il faro che in questi anni ha guidato l’azione sindacale e Macheda, dopo la visita in mattinata di una delegazione all’Isola degli Spinaroni, luogo simbolo della Resistenza ravennate, ha dichiarato “Una lotta che, come ha ricordato il Presidente della Repubblica Mattarella, è stata presupposto della nostra Costituzione. La natura stessa del giornalismo viene messa in discussione a livello globale, fuori e dentro le aziende editoriali, dai nuovi strumenti della comunicazione. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. È questo il passaggio semplice ed essenziale al quale richiamare una funzione sociale fondamentale come quella del giornalista per ogni democrazia che si voglia definire tale”. 

Aumenta nel nostro Paese e nella nostra azienda l’intolleranza alle notizie – ha proseguito Macheda –Gli intolleranti non hanno chiaro cosa sia una democrazia. Una democrazia è tale perché si parla di libertà e di costituzione. Solo dove  i diritti umani e la libertà di espressione vengono rispettati si può parlare di democrazia”.

La Rai – ha aggiunto – ha bisogno di una politica capace di lasciare che sia realmente autonoma, indipendente, pluralista, come chiede l’Europa, e non al servizio dei governi di turno che la spremono per i propri interessi e la lasciano asfittica. Pensare alla Rai come motore di crescita culturale e sociale della comunità nazionale in collegamento con un mondo che è certamente più ricco e articolato delle sole politiche economiche e di sviluppo del Governo”.

Quanto al ruolo delle redazioni, USIGRAI rivendica “La centralità del servizio pubblico e della Rai contro chi pensa a un suo superamento. Chiediamo chiarezza sulle scelte industriali in una sfida competitiva che abbia come focus l’offerta di servizio pubblico e non di mercato. Troupe ridotte all’osso; immagini e dichiarazioni preconfezionate che sempre più spesso arrivano in redazione catapultate da efficienti uffici stampa; impossibilità di recarsi sul luogo delle notizie per mancanza di tempo o di strutture adeguate; continui collegamenti in diretta senza la possibilità di approfondire le notizie per cercare informazioni e non aggiornamenti di quel che leggo dalle agenzie, stanno uccidendo il nostro lavoro. E se c’è una cosa che l’intelligenza artificiale non potrà sostituire è il fattore umano, la presenza, l’elaborazione e il racconto dei fatti di cui si è testimoni”.

Dunque “Rilanciamo a questo vertice Rai la richiesta di un confronto con direzioni di genere, di Tg e Gr, comitati di redazione per definire insieme il piano di informazione.  Per impostare il modo e il metodo dell’offerta non lineare che progressivamente sostituirà la fruizione per appuntamenti fissi. Per rivedere palinsesti che continueranno, attraverso gli orari di messa in onda dei programmi di intrattenimento e gli spazi di informazione a condizionare attenzione e ascolti di televisione e radio  ancora per diversi anni: anni cruciali per il futuro della Rai. Bisogna fare questo a partire dal riconoscere a tutte le redazioni di testata e di genere ruoli e compiti di chi fa informazione attraverso il contratto giornalistico”.

Secondo Macheda “Un capitolo a parte è quello di Raisport la cui centralità nell’offerta di servizio pubblico è fuori discussione. Resta aperta la questione dei diritti sportivi, sempre più contesi da player mondiali. Ma intanto oggi Raisport paga insieme ad altre testate l’essere diventata ostaggio della politica con un interim alla direzione mentre vanno prese le decisioni necessarie per affrontare i prossimi impegni in un contesto tecnologico che ha dell’incredibile”.

Allo stesso tempo “chiederemo con forza di rivedere la procedura di job posting decisa dall’azienda. Una richiesta che il sindacato fa da anni perché è sempre più evidente che si tratta di uno strumento che non premia competenza e storia professionale  di colleghe e colleghe ma risponde a logiche che sfuggono al criterio del merito”.

Macheda ha concluso ricordando che “fare sindacato in un contesto di trasformazione del mondo del lavoro che tende a restringere gli spazi di contrattazione richiede un approccio multidisciplinare con l’apporto di esperti e un lavoro di squadra in grado di contrastare la tendenza in atto di vanificare il ruolo dei corpi intermedi.  Il mio impegno e la disponibilità a guidare ancora per un mandato il nostro sindacato. Lo decideremo insieme in questi giorni. Una sola condizione: potrò farlo solo con il sostegno di ciascuno di voi”.