«Eleonora Guidi uccisa dal compagno per un raptus di gelosia», «Fiori davanti casa di Eleonora Guidi: uccisa senza motivo dal compagno, ora in coma farmacologico», «Eleonora Guidi uccisa dal compagno: dalla gelosia al raptus. Il giallo del movente», «Fiori davanti a casa di Eleonora, uccisa senza motivo». Ancora una volta si usa la strada breve degli stereotipi per raccontare l’ennesimo femminicidio. Scegliere di attribuirlo ad un raptus significa utilizzare uno stereotipo narrativo che attenua le responsabilità dell’autore e che nulla ha a che vedere con quanto dice la scienza, ossia la psichiatria, per la quale il raptus dal punto di vista clinico non esiste, e la giurisprudenza, che solo in rarissimi casi riconosce il vizio totale di mente, nonostante venga invocato dai difensori nelle aule giudiziarie come attenuante. Insistere poi sull’assenza di “motivi“ (altra cosa da movente) significa poi presupporre che ci possano essere delle ragioni per uccidere una donna. Come raccomandato dalla carta deontologica e dal Manifesto di Venezia, GiULiA giornaliste e le Cpo di Fnsi, Usigrai e Cnog chiedono ancora una volta a tutti i giornalisti e le giornaliste un’assunzione di responsabilità nel raccontare i femminicidi che contribuisca a spezzare gli stereotipi alla base della violenza di genere che opprime la nostra società.
Cpo Fnsi, Odg, Usigrai, Giulia Giornaliste