L’assemblea dei lavoratori della sede Rai di Pescara considera inaccettabile sotto il profilo del metodo e del merito il prelievo di 150 milioni che il governo vuole imporre alla Rai, perché privo di una logica di piano industriale e ispirato a un mero criterio di taglio lineare che punta a far cassa dirottando verso la fiscalità generale fondi del canone che debbono rimanere finalizzati alla missione di servizio pubblico.
E’ quanto si legge in una nota dei lavoratori della sede regionale Rai. L’assemblea ha anche denunciato l’inerzia dei vertici aziendali rispetto a una doverosa verifica di legittimità del decreto governativo. Sottolineando l’impegno dell’Usigrai che ha già affidato al costituzionalista, Prof. Pace, il compito di verificare la legittimità del decreto IRPEF 66/2014.
Sono inaccettabili le ipotesi di vendita parziale di quote di RaiWay perché avrebbero un pericoloso processo di dismissione di comparti strategici per lo svolgimento della missione aziendale, così come ipotesi di accorpamento delle sedi regionali, la cui sopravvivenza è invece condizione necessaria per rilanciare una migliore e più continua presenza della Rai sul territorio.
Dalla riunione, alla quale hanno partecipato, oltre ai singoli lavoratori, le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, Snater, Usigrai, con i segretari regionali, emerge “la piena e convinta disponibilità ad un’azione di lungo respiro, che comprenda tutte le forme di mobilitazione, compreso lo sciopero unitario di tutte le sigle sindacali, già allo studio delle segreterie nazionali, e anche di un’apertura al confronto nazionale e regionale con società, cittadini e utenti per motivare la nostra difesa non di una Rai degli sprechi e delle inefficienze, ma di un servizio pubblico profondamente rinnovato e rilegittimato nella sua funzione.
Pescara, 12 maggio 2014
Cdr sede Abruzzo Scl/Cgil Fistel /Cisl Uilcom/Uil Snater Ugl