L’Usigrai è riuscita a ottenere che si mettesse al centro dell’agenda politica il futuro e lo sviluppo della Rai Servizio Pubblico. E’ su questo che continuerà sempre più forte e determinato l’impegno e la mobilitazione delle redazioni. Non accetteremo politiche di corto respiro.
L’Usigrai sospende lo sciopero dell’11 giugno.
La decisione arriva dopo il voto a larghissima maggioranza delle assemblee tenute nelle ultime 48 ore in tutte le redazioni d’Italia, alle quali il sindacato dei giornalisti della Rai aveva chiesto il congelamento dello sciopero alla luce delle positive novità ottenute grazie all’iniziativa sindacale di queste settimane.
La riforma della Rai, l’anticipo della Concessione di Servizio pubblico di 2 anni, la lotta all’evasione del canone, norme per “rottamare” i partiti e i governi del controllo della Rai, sono finalmente al centro del dibattito politico, così come chiesto dall’Usigrai nell’assemblea aperta dell’8 maggio a Roma.
Ora vediamo se il governo è in grado di tenere il passo della sfida riformatrice o sono solo annunci.
Restano tutte le preoccupazioni e contrarietà per la vendita di quote di RaiWay fatta solo per far cassa, senza una idea strategica per il Paese sul tema delle torri di trasmissione.
E la nostra convinzione che il prelievo di 150 milioni di euro, versati dai cittadini per il Servizio Pubblico, sia illegittimo. Su questo, governo e parlamento devono una risposta anche all’Ebu (l’Associazione dei Servizi pubblici europei), che ha lanciato l’allarme al presidente della Repubblica Napolitano sul rischio per l’indipendenza del Servizio Pubblico.
Riterremmo grave che il Direttore generale della Rai e il CdA non agissero a tutela del patrimonio aziendale avviando urgentemente un ricorso.
Urgenza che invece il Dg, senza neanche essere riuscito a parlare con il presidente del Consiglio per chiedere i programmi del governo sul Servizio Pubblico, ha ritenuto di dover avere per mettersi a lavorare sulla vendita di RaiWay e potendo così scrivere un nuovo piano industriale, ancor di più immotivato alla luce del fatto che il prelievo non è strutturale.
In ogni caso, prima di ipotizzare qualunque progetto, il Dg si facesse chiarire dall’azionista margini e tempi del suo mandato.
Pur assumendo una decisione diversa da altre sigle sindacali, pretendiamo il massimo rispetto per chi ha scelto di confermare lo sciopero: un diritto garantito dalla Costituzione che non può essere deriso con commenti e termini sprezzanti.
L’Esecutivo Usigrai
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