di Andrea Riscassi
Lo scenario dei diritti televisivi legati al calcio cambia di settimana in settimana e la Rai ha una grande occasione per tornare nella partita. La caduta del Governo Renzi ha bloccato la riforma che si stava progettando sulla Legge Melandri ed è quindi certo che i Diritti Tv per il triennio 2018-21 saranno regolati dalla vecchia normativa (non proprio favorevole al Servizio Pubblico). Sembra che il neo ministro allo Sport Lotti abbia sul suo tavolo l’incartamento su questa riforma, ma sia da troppo poco tempo in carica per poter dare un immediato cambio di rotta.
Intanto di segnali ne arrivano, eccome. Sky annuncia tagli di personale e lo spostamento del cuore operativo a Milano. Mediaset Premium naviga in acque rese ancora più agitate dalla lite (che sta arrivando in tribunale) tra Fininvest e Vivendi. Difficile che in queste condizioni, l’emittente sportiva berlusconiana (che si è svenata per comprare l’esclusiva della Champions) possa presentarsi al tavolo della Lega Calcio a trattare sui prossimi tre campionati di Serie A (a 20 squadre peraltro, con un campionato che in larga parte è già terminato a gennaio).
E la Rai che farà? Raisport sembra voglia concentrare i propri sforzi economici sul ciclismo (sul Giro d’Italia) cosa che fa pensare poi non rimarranno grandi chance per rientrare nel gioco dei diritti calcistici, almeno per quelli nazionali. Possibile che ci si provi a giocare sul tavolo della Champions per fornire al grande pubblico una partita in chiaro (con Mediaset vanno a fasi alterne: le prossime sfide dovrebbero essere criptate)?
L’idea di unirsi tra tv pubbliche per creare un competitor a Murdoch (e Bolloré) per ora non sembra interessare. Eppure quella sarebbe una forte risposta, europea, contro magnati e avventurieri.