di Rino Giacalone (articolo tratto dal sito Alqamah)
Da oggi, 28 marzo e sino al 4 aprile un lungo elenco di appuntamenti per ricordare la strage di Pizzolungo del 2 aprile 1985. Il ricordo dedicato alle vittime di quell’attentato, Barbara Rizzo ed i suoi due gemellini di sei anni, Salvatore e Giuseppe Asta.
Ma anche alle vittime rimaste vive, nel mirino dei mafiosi: l’autobomba che fece scempio di quella donna e dei suoi figlioletti, era destinata ad uccidere il pm Carlo Palermo e la sua scorta.
Vittime anche loro, Carlo Palermo fu costretto a lasciare la magistratura, era questo l’obiettivo di chi organizzò l’attentato, il magistrato anziché raccogliere solidarietà a cominciare dal ministero della Giustizia si sentì fare la proposta di lasciare l’Italia per un paese straniero, il Canada, dove doveva andare a vivere con una nuova identità.
Lui lasciò la toga e ancora oggi continua a cercare la verità su quell’attentato, su quel botto. La scorta, agenti rimasti gravemente feriti, per anni sono stati anche loro dimenticati, oggi gli unici sopravvissuti sono Nino Ruggirello e Totò La Porta, velocemente pensionati, e senza tanti ringraziamenti.
Sono tutti e tre la prova vivente di come nel nostro Paese affianco ai morti ammazzati esistono le vittime rimaste in vita. Il Comune di Erice assieme a Libera per il decimo anno organizzano il “Non ti scordar di me”.
Ci sono voluti 22 anni perché il ricordo della strage di Pizzolungo prendesse altra forma, al posto del retorico momento di commemorazione che c’era stato fino ad allora. Margherita Asta, figlia e sorella delle vittime della strage, rimasta frattanto orfana anche del padre, ha caricato su di se l’impegno per ottenere verità e giustizia sulla morte dei suoi cari, ha coinvolto la società civile, ha fermato con il contributo del Comune di Erice e di Libera il tentativo di far dimenticare quel tremendo eccidio mafioso.
Si è sottratta alla speculazione quella porzione di terreno tra la montagna di Erice e a ridosso del mare di Pizzolungo dove i mafiosi sistemarono l’autobomba destinata al magistrato Carlo Palermo.
Dall’anno scorso ha preso forma il sogno di Margherita e di tanti altri, di far nascere in quel luogo sporcato dal sangue di vittime innocenti un parco della memoria e dell’impegno. Ma a 32 anni dalla strage ancora oggi non conosciamo, come per tantissimi altri delitti e stragi di mafia, il perché Carlo Palermo doveva essere ucciso e il perché della morte di Barbara, Salvatore e Giuseppe.
Il “Non ti scordar di me” edizione 2017 prevede una serie di appuntamenti, tra quelli quello della presentazione di “Sangue nostro”, un testo teatrale sulla strage scritto da Fabrizio Coniglio che lo metterà in scena assieme ad Alessia Giuliani. Il Comune di Erice, con il sindaco Giacomo Tranchida, conferirà poi due cittadinanze onorarie, una al regista palermitano Pif e un’altra al presidente di Libera don Luigi Ciotti.
Tutte le altre iniziative sono frutto di lavori di approfondimento, teatrale e letterario, delle scuole ericine giovani studenti saranno infatti i protagonisti del ricordo e dell’impegno. Uno spazio per il secondo anno consecutivo verrà dedicato al giornalista ex presidente della Federazione Nazionale della Stampa e direttore di Libera Informazione, Santo Della Volpe.
Il 3 aprile verranno consegnati i premi ai migliori articoli sul tema, quest’anno, degli amministratori minacciati dalle mafie , scritti da studenti delle scuole superiori di Erice e Trapani. Presenti per l’occasione saranno Beppe Giulietti, presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, segretario dell’Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai) e Lorenzo Frigerio (direttore di Libera Informazione).