di Riccardo Cavaliere
Conoscersi per abbattere le barriere. E’ questo lo spirito del forum “Dialogue of Cultures”, dialogo tra culture, che quest’anno ha riunito a San Pietroburgo circa 200 giornalisti e studenti di giornalismo under 35, provenienti dai Paesi dello spazio eurasiatico. Sede dell’evento, le magnifiche sale dell’Hermitage.
In due intense giornate di lavoro, i partecipanti si sono confrontati sui temi più caldi della professione: dalla propaganda alle fake news, passando per le difficoltà che i giovani giornalisti incontrano in un mercato del lavoro sempre più competitivo.
Alla cerimonia di aperta di questa 12esima edizione del forum è intervenuto anche Harlem Désir, rappresentante OSCE per la libertà dei media. “La sicurezza dei giornalisti è ancora una grande sfida”, ha detto, citando poi alcuni episodi di violenza contro i giornalisti avvenuti in Russia negli scorsi mesi. Tra i più recenti, quello che a ottobre ha coinvolto Tatyana Felgenhauer, reporter per la stazione radio moscovita Echo Moskvy, che è stata accoltellata mentre era in redazione. “Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che ci sono anche casi come quello dell’omicidio della giornalista Anna Politovskaja, i cui responsabili non sono mai stati trovati”, ha aggiunto il rappresentante OSCE, che poi ha affrontato un argomento di stretta attualità: la decisione della duma, il parlamento russo, che permette di registrare i corrispondenti internazionali come agenti stranieri: “i giornalisti non sono soldati, non sono nemici di altri giornalisti”, ha detto Désir, “se vogliamo mantenere vivo un dialogo tra le culture, dobbiamo ricordare questo principio”.
Infine, Désir ha sottolineato l’importanza del servizio pubblico nel garantire un’informazione pluralista:”il ruolo di tv e radio pubblica, ha detto, è sempre più importante”.
La prima sessione del forum, dedicata al dialogo tra i Paesi eurasiatici, è stata moderata da Riccardo Cavaliere, in rappresentanza di Usigrai e Fnsi, che ha ricordato come la premessa per far incontrare diverse culture sia una stampa libera e pluralista. Sul tema del dialogo, la giornalista bulgara Maria Hristova ha presentato l’esempio della radio nazionale del Paese, che mette a disposizione sul proprio sito internet (bnr.bg) trasmissioni in circa dieci lingue. I due fotografi italiani Michele Cirillo ed Emanuela Laurenti hanno invece proiettato alcune foto del progetto “The Kurdish Bride”, la sposa turca, incentrato sulla cultura e sul popolo curdo, diviso tra 4 Stati e negli ultimi anni vittima di persecuzione in Turchia. Alla fine della due giorni, il progetto ha ricevuto anche il premio della manifestazione.
Durante il “Media Congress”, organizzato dal sindacato dei giornalisti russi insieme con la federazione europea dei giornalisti, si è parlato spesso anche di fake news e propaganda. Secondo Alexandre Tabbakh, a capo della fondazione svizzera Publiq, per arginare il fenomeno si potrebbe usare la tecnologia blockchain. Questo sistema di codifica dei dati, ha spiegato al pubblico, è già usato per scambiare bitcoin e, se applicato a contenuti scritti, permetterebbe di verificarne facilmente l’originalità e l’attendibilità. In sostanza, usando la piattaforma che Tabbakh sta cercando di finanziare tramite crowdfunding, sarebbe possibile segnalare con un clic le notizie meno credibili. A controllarle, però, sarebbero sempre dei moderatori, magari proprio dei giornalisti professionisti. Che, dunque, dovrebbero obbedire solo alla loro etica professionale e non ordini esterni.