di Rino Giacalone
L’aula magna dell’Istituto Alberghiero di Erice ha accolto sabato scorso la presentazione delle iniziative per il 34° anniversario della strage mafiosa di Pizzolungo.
Quel giorno, il 2 aprile 1985, l’autobomba preparata e fermata su una curva di Pizzolungo dagli uomini di Cosa nostra e destinata al magistrato Carlo Palermo, fece strazio di tre giovanissime vittime. L’esplosione colpì in pieno un’auto sulla quale si trovavano una donna con i suoi figlioletti, lei si chiamava Barbara Rizzo ed aveva 30 anni, i suoi figli erano due gemelli di appena sei anni, Salvatore e Giuseppe Asta.
Dal 2008 il Comune di Erice assieme a Libera, associazione nomi e numeri contro le mafie, organizza il “Non ti scordar di me”, un cartellone con diverse iniziative, tutte proposte assieme alle scuole del territorio, ma non solo del territorio trapanese. Un cammino che da anni accompagna l’impegno per la memoria e la giustizia di Margherita Asta, figlia e sorella delle tre vittime. Una strage che attende ancora, nonostante diversi processi, un altro è in corso a Caltanissetta, verità e giustizia. E il dato saliente di questa progettualità che va avanti da 11 anni è che è possibile acciuffare verità e giustizia anche attraverso il lavoro per la legalità e contro le mafie svolto dalla società civile, dai giovani delle scuole, dagli adulti ai più livelli impegnati.
Se è vero come è vero – come spesso ci dice don Luigi Ciotti, presidente di Libera – che la verità su questa, come su altre stragi e delitti, gira per le nostre strade, e se c’è impegno serio e onesto, senza palcoscenici e passerelle, la società civile questa verità un giorno potrà davvero acciuffarla. “Non ti scordar di me – dice Margherita Asta – rappresenta un impegno che non è solo ricordo di mia madre e dei miei fratellini, ma è un percorso per una vita vera senza le mafie, io ho visto, e spero che continui ad essere così, il sorriso dei miei fratelli, Salvatore e Giuseppe, nei volti di tanti studenti. Un sorriso alla vita ma anche per non far più accadere quello che è successo ma anche per fare in modo che sia possibile costruire il cambiamento della nostra terra, che nulla ha da invidiare ad altre terre del nostro Paese. Giovani che si ritrovano al fianco della buona politica, quella con la P maiuscola, che pensa al bene della collettività, e siamo ben consapevoli che purtroppo restano mosche bianche le donne e gli uomini che vivono la politica in questa maniera”.
Nel 2008 ad ideare l’iniziativa fu l’amministrazione comunale di Erice guidata dal sindaco Giacomo Tranchida che oggi siede alla guida dell’amministrazione comunale di Trapani: “Dimostrammo allora – dice Tranchida – che esisteva un’altra Erice come oggi diciamo esiste un’altra Trapani, il cammino che continuiamo a percorrere è quello che punta ad una crescita civile e sociale del territorio”.
“I mafiosi non impiegarono molto tempo – dice Gisella Mammo Zagarella referente del presidio di Libera a Trapani – a decidere la strage, purtroppo per arrivare a momenti di impegno sociale e civile sono occorsi molti, troppi anni, questa è la sfida che ancora oggi ci troviamo ad affrontare, per fortuna è cresciuta la sensibilità verso i temi della memoria e dell’impegno, e oggi troviamo nei giovani, negli studenti, le persone maggiormente in grado di dare le risposte più veloci, puntuali e attente contro le mafie”. Il cartellone del “Non ti scordar di me” si apre oggi, 1 aprile con i primi incontri.
“Ci sarà – dice il sindaco di Erice Daniela Toscano – il gemellaggio del nostro consiglio comunale dei ragazzi con i consigli comunali dei ragazzi di Lozzo di Cadore (Belluno) e Castello D’Argile (Bologna), un momento di scambio culturale e di crescita comune all’insegna delle cose buone che possono essere compiute nel nostro Paese”.
I ragazzi di Lozzo di Cadore alle 9,30 presso il Seminario Vescovile metteranno in scena una rappresentazione teatrale tratta dal libro di Margherita Asta e Michela Gargiulo “Solo con te in un futuro aprile”.
Alle 15 iniziativa “Puliamo il mondo” nell’area del “Parco della memoria” sorto a Pizzolungo sul luogo della strage. Continuando alle 16 presso il centro sociale “Peppino Impastato” – all’interno della delegazione comunale di Erice nel rione di San Giuliano – si terrà un confronto sui temi della giustizia minorile: “Esperienze di giustizia, percorsi educativi e progetto Liberi di Scegliere”, con il giudice del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, Patrizia Surace, della vice presidente nazionale di Libera, avvocato Enza Rando e di Salvatore Inguì, direttore Ufficio Servizio Sociale per i minorenni di Palermo (ministero della Giustizia).
Liberi di scegliere fa riferimento al lavoro svolto da un magistrato calabrese, Roberto Di Bella, ne è stata fatta una fiction televisiva, per “togliere” i ragazzi dall’assoggettamento mafioso. “Ho voluto fortemente questo incontro – spiega Margherita Asta – per evidenziare anche la forza dirompente delle donne e di quelle donne calabresi appartenenti a famiglia ndraghetiste e che hanno scelto di salvare i propri figli da quello che sembrava essere un destino ineluttabile. Un messaggio che vogliamo fare arrivare alle donne di questa terra che sono le mogli di mafiosi che non hanno deciso di alzare bandiera bianca. Una storia che mi tocca oggi da vicino dopo che il nuovo processo che si è aperto a Caltanissetta per la strage di Pizzolungo, si è potuto aprire grazie alla confessione di una donna, la figlia del boss Galatolo oggi nuovo imputato che non ha esitato ad accusare il padre di essere mandante di quella strage”.
Il 2 aprile ci sarà sul luogo della strage la commemorazione con la presenza di don Luigi Ciotti e alle 16 si tornerà al seminario vescovile per la presentazione del libro “La Bestia” (edizione Sperling & Kupfer) scritto dal magistrato, oggi avvocato, Carlo Palermo, che sarà presente all’iniziativa. In oltre 300 pagine l’ex pm ha riassunto tutte le novità sulle ragioni di quell’attentato ordito da Cosa nostra nei suoi confronti. a seguire la premiazione del concorso giornalistico “Santo Della Volpe” destinato agli studenti e sostenuto dalla Fnsi, dall’Usigrai, dall’Ordine dei Giornalisti, da Libera Informazione e da Articolo 21.Sarà presente Mattia Motta della segreteria nazionale del sindacato nazionale dei giornalisti.
“Resta cruciale – aggiunge Margherita Asta – il ruolo dell’informazione che spesso non continua a raccontare bene i fatti, e il risultato è sotto gli occhi di tutti, quello di una comunità che continua talvolta a mostrarsi infastidita dalle cronache giudiziarie. Se lavoriamo per il risveglio delle pubbliche coscienze questo non potrà mai avvenire senza una giusta informazione”.
Le ultime e più recente indagini che hanno colpito il trapanese, tra mafia, massoneria e politica collusa hanno messo in evidenza la persistente esistenza di un sistema che si muove ancora con i soliti personaggi noti della mafia all’interno di circuiti e “cerchi magici” dove si muovono malaffare politico e massoneria deviata e segreta, e spesso dinanzi a questi scenari la reazione di una parte della società trapanese è stata quella di acconsentire al continuo scorrere di questa acqua sporca sotto i ponti, come se nessuno sia in grado di fermarla. “Ed invece non può essere così e non è così” aggiunge Margherita Asta.
“Non ti scordar di me – aggiunge il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida – vuole testimoniare la nostra concreta vicinanza ai magistrati, ai giudici, alle forze dell’ordine che ogni giorno contrastano il fenomeno della mafia, e delle mafie”. Ultimo appuntamento mercoledì 3 aprile, quando alle 10 al Teatro Ariston verrà messa in scena
“Tutto il tempo che resta – corale greca per Barbara, Giuseppe e Salvatore”, liberamente tratta da Corale Greca di Beatrice Masini, edizione Einaudi. Una drammaturgia e riscrittura scenica di Massimo Pastore e Alessandra De Vita, coreografie di Patrizia Lo Sciuto e regia di Alessandra De Vita. In scena saranno gli studenti delle scuole ericine che partecipano al laboratorio teatrale.