Le parole dell’Ad Sergio in commissione cultura alla Camera sono motivo di estrema preoccupazione.
Evidentemente non eravamo delle Cassandre quando abbiamo lanciato l’allarme per il trasferimento in fiscalità generale di una parte del finanziamento, ma avevamo capito quali fossero i rischi a cui andava incontro la Rai servizio pubblico.
Fa bene l’Ad a denunciare che la Rai dopo la mossa propagandistica del taglio di 20 euro dal canone in bolletta non ha le risorse sufficienti per fare gli investimenti.
Ora però serve essere conseguenti: è indispensabile fare ogni atto possibile a tutela del patrimonio aziendale. Non basta lanciare l’allarme.
Anche coinvolgendo la Commissione europea, per verificare la legittimità degli atti del governo.
Ricordiamo poi che ci sono ben 3 ricorsi in Consiglio di Stato proprio sul canone come imposta di scopo, ormai da quasi 10 anni.
Dopo l’allarme dell’Ad, resta la domanda al governo: si vuole assumere la responsabilità di una ristrutturazione aziendale?
E per favorire chi?
Esecutivo Usigrai