di Piero Damosso
E’ morto un grande giornalista, uno dei nostri maestri di servizio pubblico, lealtà, correttezza, professionalità, serenità. Sandro Ceccagnoli è mancato all’affetto dei suoi cari e a tutti noi del Tg1 e della Rai il giorno prima del suo compleanno, quando avrebbe dovuto compiere 81 anni.
Sandro Ceccagnoli era uno che non appariva mai, perché è stato per molti anni il capo della macchina del Tg1, la macchina del coordinamento, della messa in onda, della formazione dei conduttori, quella macchina formidabile che ha portato il Tg1 dalla direzione di Emilio Rossi in avanti ad essere il telegiornale più seguito, l’ammiraglia Rai.
Sandro Ceccagnoli, circondato da una famiglia meravigliosa, è stato leader nelle trasformazioni della testata, accompagnando i giovani e incoraggiandoli, promuovendo le innovazioni, ma come diceva, mai a strappi, sempre nel rispetto della tradizione di autorevolezza di linguaggio e immagini e di pluralismo.
L’ultima sua volta a Saxa, tra di noi, per la cerimonia di dedica della palazzina del Tg1 ad un altro grande direttore Albino Longhi, di cui Ceccagnoli è stato amico e collaboratore prezioso.
Caro Sandro, abbiamo imparato moltissimo da te, dai tuoi consigli, dalla tua intelligenza non urlata, dalla tua capacità di ascoltare e di fare squadra, in redazione come nello sport, quello più pulito e vero, come sei stato tu.
I funerali, mercoledì 26 settembre, alle 10, nella Chiesa di Santa Lucia, a Roma. Non ti dimenticheremo. Non dimenticheremo il tuo entusiasmo che si rinnovava ogni giorno, perché ogni giorno è un nuovo inizio.
E con questo spirito vivevi gli avvenimenti senza pregiudizi, e con una coscienza pronta, attenta, curiosa, consapevole. I tuoi silenzi erano efficaci più di tante parole.
E soprattutto quando vedevi un collega o una collega in difficoltà, andavi incontro, cercavi di capire. Continuerai ad essere un esempio per tutti. In questo nuovo inizio che, per chi è credente, non finisce più ed è capace di smuovere i cieli.