L’assemblea dei Cdr della Tgr ritiene non più sostenibile la situazione in cui versa la testata. L’azienda sta nei fatti ridimensionando l’informazione del servizio pubblico da e per i territori, in aperta violazione del contratto di servizio che impone alla Rai di “valorizzare le sedi regionali (…) per salvaguardare l’informazione e l’approfondimento culturale nelle realtà locali”.
L’assemblea dei Cdr della Tgr ritiene una grave mancanza di rispetto l’atteggiamento del vertice aziendale che da un lato incentiva gli esodi dalla testata, ma dall’altro si chiude nel silenzio e nell’immobilismo totale senza rispondere alle richieste di incontro del sindacato, lasciando le redazioni a lavorare sotto organico.
Già oggi oltre un terzo delle 24 redazioni regionali – che, caso unico in tutta l’azienda, producono informazione televisiva, radiofonica e multimediale su web e social e crescono negli ascolti – sta lavorando sotto organico: 7 redazioni sono a meno 2 unità rispetto agli accordi firmati dall’azienda meno di 3 anni fa. A fine anno la testata avrà 39 giornaliste e giornalisti in meno. Senza contare le maternità che l’azienda da anni non sostituisce, beneficiando così di ulteriori risparmi.
A fronte dell’immobilismo aziendale e della totale mancanza di chiarezza sul futuro della testata – che ha una direzione a interim da ormai 3 mesi – l’assemblea della Tgr proclama lo stato di agitazione (no a mancati riposi, no a straordinari programmati ex ante, diritto a fruire di tutte le ferie maturate) e affida all’Usigrai un pacchetto di 5 giorni di sciopero. Una mobilitazione nell’esclusivo interesse dei cittadini per continuare ad assicurare una informazione regionale puntuale, autorevole e di qualità che può avvenire solo attraverso l’avvio di una nuova selezione pubblica per giornalisti.
Approvato con un astenuto
Assemblea CdR della TgR