La spartizione è servita.
Come nelle peggiori tradizioni della partitocrazia, in pieno agosto ci si è affrettati a spartirsi le poltrone della Rai.
Non è una questione di nomi, di questo o quel consigliere. È una questione di metodo. Utilizzato anche da chi aveva promesso di rottamare il passato.
Il CdA Rai è stato nominato con il bilancino dei partiti, senza alcun tipo di discussione sul mandato del nuovo vertice, e quindi sui profili necessari a traghettare verso il futuro la più grande azienda culturale e informativa del Paese, né sul finanziamento.
E tutto questo è ancora più grave visto alla vigilia del rinnovo della Concessione di Servizio Pubblico.
Ancora una volta i partiti hanno affermato che la Rai è proprietà loro.
I cittadini possono aspettare.
Per loro e per la Rai non è la volta buona.
L’Esecutivo Usigrai