Dopo le nuove nomine, la commissione pari opportunità della Rai e la commissione pari opportunità dell’Usigrai chiedono all’Azienda di aprire un tavolo specifico di confronto per affrontare le ragioni dei crescenti squilibri di genere.
Chiedono ai vertici aziendali anche di confermare che le indicazioni della policy di genere recentemente approvata siano state rispettate e di avere conferma del numero dei curricula, divisi per genere, che sono stati valutati per ciascuna posizione.
Le due Cpo infatti rilevano il deciso arretramento, in termini di pari opportunità di genere, sia in assoluto che relativamente ai precedenti vertici aziendali.
“Le nomine, scrivono, sono tutte al maschile e riportano la Rai sostanzialmente indietro di 10 anni. Non c’è nessuna giornalista Rai che l’Azienda abbia valutato in grado di dirigere una sua testata”, proseguono le Cpo Rai e Usigrai e fanno presente che “la nuova policy di genere recentemente approvata è una legge che impegna l’Azienda per gli avanzamenti a tutti i livelli, in particolare per quelli manageriali, ad acquisire e valutare, ove possibile, un pari numero di curricula o almeno un curriculum per genere per assegnazioni a ruoli e responsabilità al fine di garantire pari opportunità nelle promozioni e ove non fossero disponibili curricula del genere meno rappresentato, a valutare i motivi di tale assenza”.