Asia, 19 anni, vittima del branco, decide di farsi intervistare in tv: la conduttrice di “Avanti Popolo” Nunzia De Girolamo, non le risparmia di rivivere nei minimi dettagli il trauma subito, compresa la lettura delle agghiaccianti intercettazioni degli stupratori. Il tutto in un contesto di inaccettabile vittimizzazione secondaria: dal servizio introduttivo in cui si dà voce a chi dice che lei “vestiva in modo provocante“ e “postava su tik tok video osè”, alla sequela degli oltraggiosi e insultanti messaggi ricevuti sui social riprodotti graficamente, alla raccolta di “vox populi” che la giudicano, le danno la colpa all’insegna del “ci stava”, “le piaceva bere”, “se l’è cercata”. Poco importa che la conduttrice alla fine del servizio dica che “questo la rende vittima due volte”. La trasmissione, nella modalità del racconto, ignora i compiti del servizio pubblico radio televisivo ed è in contrasto con le policy di genere approvate dal consiglio di amministrazione della Rai. Nonché, nello specifico del lavoro giornalistico, della Carta di Venezia richiamata dal contratto giornalistico aziendale.
Anni di impegno in azienda su questi argomenti non possono essere messi in discussione da tanta superficialità e incompetenza.
Cpo Rai
Cpo Usigrai