I nuovi vertici della Rai proprio non ce la fanno. Riportare dentro al contratto di servizio l’impegno a valorizzare la tradizione del giornalismo di inchiesta del servizio pubblico evidentemente è un problema per una dirigenza che per legge e per mandato risponde ormai solo alle indicazioni del Governo. Non bastano impegni a tempo presi sulla parola da chi ha già nel mandato la sua data di scadenza. Il contratto di servizio che si andrà a sottoscrivere impegna la Rai fino al 2028 quando a guidarla ci saranno altri dirigenti. Se si crede nell’importanza del giornalismo di inchiesta si rimetta nel testo, altrimenti si abbia il coraggio di dire che lo si vuole togliere.
Bene ha fatto il consigliere votato dai dipendenti, Riccardo Laganà, a marcare con un no alla bozza di contratto di servizio, la distanza da scelte che tradiscono il senso del servizio pubblico – per sua natura universale – e portano la Rai sempre più verso un mandato che si riconosce solo dalla parte di chi governa.
Daniele Macheda – Segretario Usigrai