La pari dignità e il pari trattamento sul posto di lavoro sono i principali obiettivi di una cpo che va allargando i propri ambiti non solo alla differenza di genere, tradizionale e prioritaria, ma anche all’abbattimento delle diseguaglianze dovute a età, razza, religione e ogni altro elemento che possa essere pregiudizio o discrimine. E la stessa diversità di genere, d’altronde, contiene sfumature diverse, nuove spinte dalla società che il legislatore raccoglie e che un’azienda deve essere pronta a recepire.
In tal senso si sta svolgendo da due anni il lavoro della commissione pari opportunità Usigrai: un lavoro spesso silenzioso, ma costante e vigile e di sprone all’azienda.
Per quanto riguarda l’aspetto normativo, il monitoraggio di quanto avviene nella Rai in termini di aggiornamento su maternità/paternità, congedi, malattie, è fondamentale per favorire la conoscenza e l’applicazione di leggi e circolari, per offrire sostegno, consultazione, progettazione alle colleghe e ai colleghi e per fare proposte all’azienda e alle singole testate.
In questi mesi nei quali il sindacato è impegnato in un complesso confronto con Viale Mazzini per il rinnovo dell’integrativo, la cpo, in collaborazione con la commissione contratto, è stata chiamata a disegnare un’idea rinnovata di welfare aziendale, su temi fondamentali quali maternità/genitorialità, conciliazione dei tempi di vita/lavoro, sostegno all’accudimento di familiari anziani a carico, formazione professionale. Il tutto tenendo conto anche delle linea guida emerse dalle istanze/mozioni dell’ultimo congresso Usigrai.
Dopo aver impegnato la Rai, con l’appoggio della cpo Fnsi e davanti alla consigliera nazionale di parità, a far ripartire il confronto sulle sostituzioni maternità bloccate da anni, ora finalmente sembra esserci un’apertura, tanto che ci sono già state le prime nelle redazioni regionali dove è iniziata la sperimentazione del web.
Per quanto riguarda i temi relativi alle pari opportunità e alla pari dignità sul posto di lavoro, la cpo Usigrai, in collaborazione con la cpo Rai ha messo a punto un Codice Anti-Molestie che l’azienda ha recepito e che è stato pubblicato in intranet. Si tratta non soltanto di un impegno a monitorare e sanzionare molestie e discriminazioni ma anche a evitare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo. L’impegno che abbiamo chiesto alla Rai è anche di introdurre, come accade in molte grandi aziende europee, la consigliera o il consigliere di fiducia, una figura esterna all’azienda che abbia il compito specifico di raccogliere segnalazioni di molestie e discriminazioni, garantendo a coloro che denunciano tutela della privacy in fase di indagine ed eventualmente anche un supporto psicologico e legale.
In ultimo, ma non in ordine di importanza, è costante l’impegno della cpo Usigrai, al fianco di quella Fnsi, a promuovere ogni azione possibile per sensibilizzare il mondo dell’informazione a una corretta narrazione della differenza di genere per valorizzare il ruolo e le esperienze delle donne, rimuovendo ogni forma di discriminazione.
L’attenzione di tg, gr e altri programmi radiotelevisivi all’uso di un linguaggio appropriato è per noi, e deve essere per la Rai servizio pubblico, una priorità al fine di eliminare stereotipi radicati nella nostra cultura. Per questo, insieme con cpo FNSI, associazione Giulia giornaliste e associazione giornalisti Veneto, dalla quale è partita l’idea, abbiamo elaborato il Manifesto di Venezia per la parità di genere nella comunicazione e nell’informazione, contro ogni forma di violenza e disparità con parole e immagini: un decalogo che è un indirizzo culturale per le giornaliste e i giornalisti.
Femminicidio, stalking, omofobia, razzismo, pedofilia impongono un’attenzione supplementare, così come tutta la materia che tocca i temi regolati dalle carte deontologiche. Su ognuno di questi fronti l’impegno della cpo è quello di aderire e promuovere iniziative pubbliche ma soprattutto quello di organizzare corsi di formazione in collaborazione con la commissione formazione dell’Usigrai, coinvolgendo i territori.
Abbiamo cominciato nella primavera scorsa, con il corso di formazione con crediti sulla cultura delle differenze di genere, declinazione femminile e narrazione delle violenze che si è svolto a Cagliari, richiamando anche l’attenzione di colleghe e colleghi non solo della Rai. Un corso pilota al quale ne seguiranno altri sul tema, in altre regioni, ripartendo proprio dal Manifesto di Venezia.
E sempre in fatto di formazione, è di ottobre il corso, sempre con crediti, sulla Carta di Roma, tenuto a Saxa Rubra ma del quale hanno potuto fruire in streaming anche coloro che si trovavano in altre sedi. Esperienza, questa, che sarà replicata anche su altri temi.
CpO Usigrai
Esecutivo Usigrai