La lettera dell’Ad al Presidente della Vigilanza conferma tutto quanto denunciato dall’Usigrai, a partire dal fatto che il taglio di una edizione è stato fatto senza alcun confronto sindacale.
L’Ad infatti parla di una “informativa”. Cosa ben doversa dall’obbligo contrattuale della “consultazione”.
Per di più è stata palesemente tardiva, visto che è avvenuta dopo che l’Ad ha annunciato la chiusura, con tanto di data, in Vigilanza.
Mentre il Contratto prevede che la consultazione sia “preventiva”.
Non entriamo nel merito delle proposte perché devono essere oggetto di confronto al tavolo. Ci limitiamo a notare che si tratta non di “concessioni” ma di una banale risistemazione di spazi che già sono della TgR e che quindi – nel caso – saranno oggetto del Piano editoriale che dovrà presentare il Direttore Casarin entro 60 giorni dalla sua nomina.
L’Usigrai ribadisce che è pienamente disponibile al confronto, se e quando sarà attivato dall’azienda, anzi lo ritiene necessario e urgente per rilanciare la presenza sul territorio e in generale l’informazione Rai.
Perché il vulnus più grande di questa vicenda è nell’aver assunto una decisione pesante e grave come un taglio di una edizione al di fuori di qualsiasi piano complessivo, di qualsiasi progetto sull’informazione.
Solo chi vuole ridimensionare la Rai può esultare per questo taglio.
Chi crede nel Servizio Pubblico dovrebbe pretendere un progetto, che prepari la Rai al prossimo Contratto di Servizio, di cui la presenza sul e per il territorio è parte fondamentale.
L’Esecutivo Usigrai