L’Ordine dei Giornalisti della Lombardia aprirà un procedimento disciplinare contro i giornalisti e i direttori delle testate che hanno intervistato il figlio dodicenne di Luigi Preiti, l’autore dell’attentato contro i Carabinieri in servizio davanti a Palazzo Chigi.
”E’ inammissibile – dichiara il presidente dell’Ordine lombardo, Letizia Gonzales – che giornalisti professionisti violino così
palesemente le regole che governano la nostra professione, trasformando l’informazione in un’operazione di sciacallaggio, solo
per fare uno scoop. E’ ora di mettere un freno a questo modo selvaggio di concepire la notizia, che non trova giustificazione alcuna nel
diritto di cronaca”.
“Dispiace dover ancora una volta ricordare ai colleghi -aggiunge- che questa barbarie è intollerabile e non è giustificata nemmeno da un’autorizzazione magari concessa dalla mamma di questo bambino.” Le interviste comparse, secondo la presidente dell’Odg lombardo, violano le norme deontologiche, in particolare quelle contenute nella Carta di Treviso, il codice di autoregolamentazione che tutela i diritti dei minorenni al centro di casi di cronaca.
”E’ informazione registrare che un ragazzo vuole bene al padre? Francamente credo di no. C’è bisogno di recuperare umanità e di consentire ad un giovane di 12 anni, terza vittima dell’agguato davanti a palazzo Chigi, di non subire ulteriori danni. Questa ricerca del particolare estremo ad ogni costo e questa voglia di sensazionalismo non aggiungono alcun elemento utile alla ricerca delle ragioni che hanno provocato una tragedia dalle dimensioni ancor non ben definite”. Lo scrive in una nota Enzo Iacopino, presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei giornalisti.
”I colleghi hanno obblighi deontologici e dovrebbero ricordare quanto prescrive la Carta di Treviso -ammonisce ancora Iacopino- Lasciamo questo giovane al dolore che prova e auguriamoci tutti, con comportamenti coerenti, che possa presto superare una difficoltà che non si attenua con l’esposizione mediatica”.
”Veramente sconcertante l’intervista, apparsa su varie testate, del figlio undicenne dell’attentatore di Palazzo Chigi, Luigi Preiti”. Lo dichiara
il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Giovanni Rossi.
”Non solo appare del tutto ignorato il codice deontologico, contenuto nella Carta di Treviso – prosegue Rossi -, a tutela dei minori, siglato, oramai diversi anni fa, da Ordine dei giornalisti, Federazione della Stampa e Telefono Azzurro, ma appare assolutamente incomprensibile come una tale intervista possa avere stimolato l’attenzione di chi dovrebbe fare informazione in maniera corretta, rispettando, tra l’altro, le regole condivise della professione. Lo scoop è una cosa seria.
Bene stanno facendo alcuni Ordini regionali ad aprire procedimenti disciplinari”.