La ”Città della Scienza” di Napoli rinasce. Per ora lo fa con iniziative dall’alto valore simbolico e con la decisione di continuare l’attività di divulgazione, nonostante tutto. Ma il problema concreto della sua sopravvivenza rimane. L’incendio dello scorso 4 marzo ha distrutto il museo e tutta la parte dedicata alle attività interattive. Un rogo di origine dolosa, come hanno confermato le indagini della polizia, che è stato acceso in sei punti diversi della zona.
I danni sono enormi: si parla di almeno 50 milioni di Euro, una stima che, data la distruzione dei macchinari degli “exhibit”, tende a crescere. Per ora, sono stati stanziati 5 milioni di Euro dal Ministero dello Sviluppo Economico per la ricostruzione, che si aggiungono ad altri 3 milioni assegnati dal Ministero dell’Istruzione prima del disastro e che dovevano servire a pagare spese arretrate. Ma non basta. E’ per questo che c’è una proposta per altri 15 milioni dal Ministero della Coesione Territoriale, ancora però da formalizzare.
La questione non riguarda solo la “Città della Scienza” ma il bonifico e il rilancio dell’intera area di Bagnoli. E’ per questo che Cgil, Cisl e Uil Campania hanno deciso di celebrare il primo maggio, la giornata dei lavoratori, proprio negli spazi scampati al rogo e hanno sottoscritto un accordo con l’Unione Industriali per devolvere l’equivalente di un’ora di lavoro alla Fondazione Idis, che gestisce l’area.
Sabato 13 aprile verrà riaperta comunque una sezione espositiva dedicata ai bambini. Sarà una riapertura parziale, ma significativa per dare il là alla rinascita del museo. Intanto, si è celebrato il primo grande evento dopo l’incendio. Ricercatori ed esperti hanno organizzato un workshop dedicato alla “Espansione della civiltà nello spazio”: un centinaio di persone riunite al Centro Congressi, nella zona non bruciata, che hanno proposto con entusiasmo una panoramica dei programmi di esplorazione nel cosmo.
Non tutti sanno, infatti, che la Campania è la prima regione in Italia, per aziende e istituti che operano nel settore aerospaziale. Partendo dal presente, insomma, un’occasione per guardare al futuro. Tanti i contributi interessanti, da quello di Mario Raffa, ideatore della rassegna “Futuro Remoto” alle proposte della dirigente dell’agenzia spaziala europea Simonetta Di Pippo, che ha lanciato la proposta di assegnare il Premio Nobel alla Stazione Spaziale come esempio di coesione tra i Paesi del mondo.
Il convegno si è trasformato poi in un vero Happening tra arte e scienza per le esibizioni “live” di musicisti come la flautista Elena Cecconi, che suona il flauto d’oro appartenuto a Severino Gazzelloni, con l’esecuzione di brani scritti per l’occasione da noti compositori americani. Un’atmosfera di entusiasmo e di ritrovata normalità ben accolta da tutti, nel segno della speranza e della rinascita di “Città della Scienza”.
Giorgio Pacifici, giornalista Rai e moderatore del workshop a “Città della Scienza”