La Maggioranza mette mano al Decreto sicurezza e azzera le tutele per le fonti giornalistiche. Incagliato in angolo invece il Media Freedom Act tutela la riservatezza sul lavoro dei giornalisti.

La logica della sorveglianza sta invadendo per legge gli spazi di libertà dei cittadini. Oggi lo fa attraverso le modifiche che la maggioranza sta apportando al decreto sicurezza. 

La norma introdotta in commissione al Senato all’articolo 31 del testo di legge impone che «I soggetti che erogano, in regime di autorizzazione, concessione o convenzione, servizi di pubblica utilità consegnino ai vari apparati dei Servizi Segreti informazioni anche in deroga alle normative di settore in materia di riservatezza. In pratica la Rai, ma anche Mediaset, saranno INDEROGABILMENTE OBBLIGATI a rivelare agli organismi di Intelligence, laddove ve ne fosse richiesta, ogni informazione circa (a solo titolo di esempio) le fonti giornalistiche, i contenuti dei taccuini e delle banche dati dei singoli cronisti e delle redazioni, persino gli itinerari di viaggio degli inviati di guerra o in aree Critiche.

Si tratta di un provvedimento liberticida che andrà a colpire direttamente chi fa informazione ma che estenderà i suoi effetti su tutti i cittadini. 

Si tratta inoltre di un provvedimento che contrasta con quanto previsto dal Regolamento European Media Freedom Act che entrerà in vigore a luglio e espressamente prevede che “sarà vietato ricorrere ad arresti, sanzioni, perquisizioni, software di sorveglianza intrusivi installati sui dispositivi elettronici e altri metodi coercitivi per fare pressioni su giornalisti e responsabili editoriali e costringerli a rivelare le loro fonti”.

Il testo della Maggioranza sul ddl sicurezza taglia fuori anche ogni controllo dell’Autorità Giudiziaria sulle richieste degli apparati dei Servizi Segreti. Controllo invece espressamente previsto dal Regolamento Europeo che integra, oltre all’autorizzazione preventiva dell’autorità giudiziaria ad ogni intrusione sulla protezione delle fonti, l’obbligo di essere informati e la possibilità di ricorrere in tribunale.  

Per queste ragioni l’Usigrai esprime forte preoccupazione per quanto sta avvenendo in Parlamento e chiede a tutti gli organismi di categoria e alle forze sociali la massima attenzione sui provvedimenti in via di approvazione.

Esecutivo Usigrai