La nuova narrazione fa flop con “L’altra Italia”, ma per La Russa il problema è Report che promette di occuparsi delle magagne del potere

L’altra Italia è un flop. Abbiamo atteso la seconda puntata per dire la nostra sul nuovo programma di Raidue imposto dalla ricerca della Nuova narrazione voluta da vertici Rai che sembrano tutti proiettati sulle richieste di maggioranza e governo e poco inclini a soddisfare le richieste del pubblico. 

Un pubblico che di fronte  a chi cerca il cambio di narrazione risponde cambiando canale. 

Un risultato che ci preoccupa molto in un momento in cui nemmeno dalla legge di bilancio arrivano certezze sulle risorse destinate alla Rai per il prossimo anno.

In questo quadro i nuovi vertici Rai ( uguali a quelli di prima ma a parti invertite) non si fanno scrupolo di spendere milioni di euro in produzioni, conduttori esterni e decine di prime utilizzazioni per programmi che si fermano ad ascolti irrisori. 

Non una idea invece per le migliaia di dipendenti e collaboratori Rai che da decenni contribuiscono con professionalità e dedizione al prodotto Rai. 

Per loro ad oggi ci sono solo contratti non rinnovati; come succede ad operai, impiegati e tecnici. O una vita da precari, senza che l’azienda apra con Usigrai il confronto per sanare e stabilizzare chi fa lavoro giornalistico mascherato da partita Iva. Così come manca un confronto sugli organici delle redazioni i cui accordi oggi sono disattesi e il progetto per l’informazione del nuovo piano industriale.

Intanto il lancio della nuova stagione di Report che promette di occuparsi con le sue inchieste delle magagne del potere già irrita La Russa che difatti accusa la trasmissione di inchiesta di  Raitre di fare politica.

Ma dalla politica, invece di attacchi all’informazione e  trattative su direzioni dei tg e presidenza Rai, ci aspettiamo che portino velocemente in parlamento una riforma del sistema di nomina dei vertici che liberi l’azienda dal controllo asfissiante delle maggioranze e dei governi di turno.

Esecutivo Usigrai