La protesta per il precariato Rai di Figec e Cisal apre a nuove disuguaglianze. Unirai chiarisca da che parte sta

poster usigrai

Chi chiama i precari a protestare davanti a viale Mazzini dovrebbe spiegare anche per quale contratto si batte.

Per chi non lo avesse letto lo ha spiegato bene Libero con un articolo  del 20 agosto scorso, quanto valgono i contratti di Figec Cisal (a cui Unirai aderisce) per i giornalisti: il 40% in meno in termini di salario e diritti rispetto a un contratto Fnsi. Prima di Portare i precari davanti alla Rai sotto il vessillo di Figec- Cisal,  i vari esponenti Unirai, garantiti da un solido contratto Fnsi/Usigrai, dovrebbero spiegare a chi è senza tutele a cosa vanno incontro: al contratto FNSI/Usigrai o a quello dei nuovi sfruttati del giornalismo di Figec Cisal? Servirebbe chiarezza, per tutti.

 Una cosa è certa: dopo venti anni di lotte, Usigrai e Fnsi, sui precari Rai, hanno scritto una storia diversa.  Un contratto unico per tutti i giornalisti. La trattativa da li deve ripartire.

Non si può ridurre una questione di dignità del lavoro e dei contratti a una partita per ottenere nuovi iscritti. Usigrai ha un’idea diversa di sindacato; sempre la stessa e sempre dalla parte di chi ha meno diritti. Per questo diciamo che stabilizzazione dei precari e riconoscimento dell’organizzazione  di testata nei programmi giornalistici sono l’unica strada da percorrere. Su questo i nuovi vertici Rai devono riaprire il confronto; non cercare scorciatoie con Unirai, a cui affidare, dopo inchini e sostegni di ogni tipo, i propri desiderata.

Esecutivo Usigrai