di Andrea Riscassi
La vicenda della punizione fatta ribattere 3 volte a Chiellini da Rizzoli in Juventus-Inter racconta qualcosa di molto di più rispetto all’occasione che avrebbe avuto (se non fosse stato fermato dal fischio arbitrale) Icardi per riequilibrare il match. È invece l’esempio plastico di cosa significhi avere una regia unica nel calcio. La Lega Calcio (che a breve potrebbe esser guidata da Veltroni) e Infront decidono infatti autonomamente cosa fare e – soprattutto – cosa non fare vedere al pubblico televisivo. Per le partite di campionato Sky e Mediaset hanno loro telecamere dedicate e lo stesso fa la Rai per le partite di Coppa Italia. Ma la regia rimane totalmente in mano alla Lega che ha suoi criteri, non giornalistici, per mostrare al pubblico solo “il bello del calcio”.
La Rai ha avuto (è tuttora ha) grandissimi registi che sono cresciuti insieme ai telecronisti e che ora (salvo per le partite delle Nazionali, della Lega Pro e del Campionato Primavera) devono stare ai margini. Ma chi paga il prezzo di queste scelte, oltre a registi e telecronisti, è soprattutto il pubblico a casa. Cui qualcuno decide (lo ripetiamo, senza criteri giornalistici o quanto meno disinteressandosi dell’interesse pubblico a favore dello spettacolo) cosa mostrare e cosa no.
Per questo come Usigrai, continuiamo a chiedere che la Rai torni al centro del discorso dei Diritti TV. Non solo per acquisirne di più. Ma anche per far sì che il telespettatore torni protagonista. Potendo vedere tutto ciò che succede dentro il campo. E sulle – purtroppo sempre più deserte – tribune.
Ad maiora