Quella porta d’Europa aperta a Lampedusa verso il Sud del mondo, ha legato veramente le persone e le tante diversità del pianeta, raccogliendo la sfida della Cultura e dei libri. Quando il 12 luglio scorso Malala Yousafzai, giovanissima pakistana di 16 anni, ferita gravemente alla testa dai talebani perché voleva studiare, si presentò all’Onu, rivendicò tra gli applausi il diritto suo e delle tante donne afgane e pakistane allo studio. E lo disse con poche e chiare parole: “Prendete i vostri libri e le vostre penne, sono la vostra arma più potente. Un bambino, un insegnante, una penna ed un libro, possono cambiare il mondo” disse con l’entusiasmo di chi non ha paura e con la forza di chi veramente può cambiare il mondo con i libri.
Pochi giorni dopo, Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, riprese quell’appello al cambiamento, delle coscienze e delle speranze: “Lampedusa non ha una biblioteca e neppure un negozio dove poter acquistare libri – aveva dichiarato ai giornalisti. “Voi ci vivreste mai in una città dove non è possibile comprare dei libri? Io non credo! Quindi se in giro per casa avete libri, di qualsiasi genere, che non leggete o avete già letto e di cui volete sbarazzarvi, aderite all’iniziativa di creare una biblioteca a Lampedusa,anzi una per i ragazzi ed una per tutti”.
Tra Malala e Lampedusa si era creato un sottile ma resistente filo di congiunzione culturale: là dove arrivano i migranti del Sud del mondo, con il loro carico di paura ma anche di grandi speranze (anche da quell’Afganistan e Pakistan che non sono poi così lontani) è giusto che ad accoglierli ci sia anche un mondo di cultura, di libri oltre che di solidarietà.
Abbiamo così raccolto l’appello di Giusi Nicolini. “Grazie,grazie! L’appello da voi pubblicato e rilanciato ha funzionato”, ci dice il sindaco di Lampedusa; “ci sono arrivati scatoloni di libri ma anche pacchettini, anche di uno o due libri legati dallo spago. E poi molti turisti che sono stati qui in questo mese di agosto, sono venuti a portarci pochi o tanti libri, a mano. Due o tre libri… tutti ci hanno fatto piacere, tutti ci hanno detto che questo regalo lo hanno fatto con piacere e con l’idea di poter contribuire a vedere tanti ragazzi o anche migranti, leggere quei libri, imparare anche la nostra cultura o le nostre lingue”.
Ora come state organizzando la biblioteca?
“Intanto sono due le biblioteche. Una per ragazzi ed una più grande, per tutti. Per quella per i ragazzi abbiamo già trovato 2 stanze, vicino al Municipio, che stiamo attrezzando anche con l’aiuto di due architetti che hanno fatto un progetto e con un po’ di fondi che ci sono arrivati dall’“Autorità dell’infanzia e adolescenza”, i cui componenti sono venuti a visitarci ed incontrarci. Ci sono lavori da fare, attrezzare i bagni, le scale, pulire le due stanze…”
E l’arredo,gli scaffali? Li avete già? O farete in tempo ad averli?
“Per questo abbiamo un aiuto formidabile: un falegname di Lampedusa, che fa parte anche della maggioranza che sostiene la mia giunta comunale, sta costruendo gli scaffali per i libri, utilizzando i legni delle barche dei migranti, abbandonate dopo gli sbarchi. E’ la stessa persona che ha anche fatto la croce e gli arredi sacri in occasione della visita di Papa Francesco. Faremo di quelle barche della speranza, che hanno visto tragedie ma anche solidarietà, i sostegni dei libri, della Cultura.”
Più simbolico di così … I libri che possono cambiare il mondo, cominciano a cambiare il nostro modo di vedere i migranti,facendo da sostegno all’accoglienza e diventando un modo per accettare le diversità culturali. Perché leggere apre le menti, allarga i confini del mondo…
“ Ma non ci fermiamo a questo,” continua Giusi Nicolini. “Intanto faremo dei campi di lavoro per giovani e meno giovani per attrezzare le stanze, catalogare i libri. Poi dopo la biblioteca per ragazzi,stiamo pensando a realizzare la biblioteca per tutti i lampedusani. Per questo progetto,oltre ai libri che stanno arrivando, avremo bisogno anche di un aiuto finanziario specifico. Il Comune non ha soldi per acquistare una struttura adatta. Dovremo cercare finanziamenti … Possiamo lanciare un appello anche per questo?”
Certo, anche se per quei fondi dovranno essere le Istituzioni,regionali,provinciali e statali, a dover intervenire. Senza dimenticare le Banche e le Aziende che possono donare fondi specifici per acquistare le stanze che dovranno ospitare la Biblioteca di Lampedusa.
Ma per i libri,i computer, i video e quanto serve per una moderna biblioteca, dovremo continuare noi a fare le donazioni necessarie. Perché è una forma di mobilitazione culturale che produce e moltiplica l’impegno profuso: e lega ,definitivamente, Lampedusa, i suoi abitanti, i suoi ospiti ed i migranti che vi arrivano, alla nostra cultura, a quell’Europa fatta di conoscenza,informazione pulita e solidarietà. Quella Europa che non vogliamo sia solo una unione monetaria, ma anche di genti, di menti, di persone e culture.
Perché è vero che con i libri e le penne si combattono le battaglie migliori; perché sono più forti delle armi, delle mafie, dei soprusi, delle intolleranze e delle ingiustizie. Anzi, creano le condizioni per battere mafie e ingiustizie,che sull’ignoranza e sulla violenza di chi non ha altri strumenti culturali, vivono e purtroppo si ramificano.
Raccogliamo e quindi moltiplichiamo l’appello del sindaco Giusi Lampedusa: tanti libri per le scuole e per le biblioteche di tutto il mondo, cominciando da Lampedusa, rivestendo di libri la porta d’Europa.
Santo Della Volpe