Il bavaglio è legge.
Dopo l’approvazione di ieri al Senato della legge di delegazione europea non sarà più possibile pubblicare, nemmeno a stralci, il testo delle ordinanze di custodia cautelare fino alla fine dell’udienza preliminare.
Si tratta di un provvedimento che impedisce, dal momento dell’arresto fino al processo e quindi per mesi, di divulgare quali siano i motivi per cui una persona è stata arrestata e quali prove siano state raccolte a suo carico.
Un provvedimento motivato dall’esigenza di fortificare la presunzione di innocenza dell’indagato, ma che finisce col limitarla perché impedisce anche la pubblicazione degli elementi utili alla sua difesa.
Falso anche che sia stata l’Europa a chiedere questa legge, cosi come per il cosiddetto “Decreto Cartabia” che limita le comunicazioni delle Procure alla stampa. Europa che, invece, ha chiesto più volte misure concrete contro le querele bavaglio e una legge sulla governance della Rai che la renda indipendente dal potere politico, come contenuto nell’European Media Freedom Act appena approvato.
L’UsigRai si associa alla FNSI che denuncia “come questa politica stia smontando l’articolo 21 della Costituzione e la possibilità per i cittadini di avere coscienza e di formarsi una propria opinione“ e si unisce “all’appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a non firmare norme che possono rappresentare un attacco al diritto di essere informati”.
Esecutivo Usigrai