Saremo accanto a Don Luigi Ciotti. Lunedì, in occasione dell’udienza per le minacce del boss Totò Riina rivolte al presidente di Libera intercettate il 14 settembre 2013 nel carcere di Opera a Milano, Fnsi, Usigrai e Alg saranno presenti con una propria delegazione guidata da Vittorio di Trapani.
È il nostro modo per dire che le giornaliste e i giornalisti italiani non lasciano soli Don Luigi e tutti coloro che ogni giorno lottano contro le mafie e la corruzione. Per dire che le minacce a lui, sono rivolte verso tutti coloro che combattono per la legalità.
Ma saremo lì per chiedere a tutto il mondo dell’informazione di illuminare l’impegno quotidiano di Libera e dei suoi volontari, e di tutte le realtà che costruiscono nel lavoro di ogni giorno una Italia libera da tutte le mafie.
Così come le inchieste delle giornaliste e dei giornalisti che svelano gli affari sporchi della criminalità organizzata, e per questo vengono intimiditi, minacciati, e troppo spesso costretti a vivere sotto scorta.
Il presidente e il segretario Fnsi, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso
Il responsabile Legalità Fnsi, Michele Albanese
Il segretario Usigrai, Vittorio di Trapani
Il presidente Associazione Lombarda Giornalisti, Paolo Perucchini
Libera, il 29 maggio udienza per le minacce di Toto Riina rivolte a Luigi Ciotti
Si svolgerà lunedì 29 maggio alle ore 10 presso il Tribunale di Milano (Ufficio del giudice per le indagini preliminari) l’udienza per le minacce di Toto Riina rivolte a Luigi Ciotti, presidente di Libera, intercettate il 14 settembre 2013 nel carcere di Opera a Milano, nel corso di una conversazione tra il capomafia di Corleone e il boss della Sacra Corona Unita, Alberto Lorusso.
Luigi Ciotti, presidente di Libera, parte offesa nel procedimento, sarà in aula con l’avvocato Enza Rando, mentre all’esterno del tribunale una delegazione di coordinamenti e presidi di Libera provenienti da varie parti d’Italia testimonieranno la loro vicinanza al presidente.
“Sulla rilevanza penale delle minacce di Totò Riina giudicheranno i magistrati – dichiara in una nota l’Ufficio di presidenza di Libera – ma il loro significato trascende la sola sfera giuridica. Sono infatti minacce rivolte non solo a don Ciotti ma a quanti in Libera s’impegnano ogni giorno nel contrasto all’illegalità, alla corruzione e alle mafie, per la dignità, il lavoro, i diritti delle persone. Un impegno che da ventidue anni ha nella proposta educativa e culturale e nell’attività nei beni confiscati i suoi punti di forza, e che queste minacce, come anche le diffamazioni e le accuse infondate di altri, non faranno che incentivare”.