di Valerio Cataldi
Impedire la diffusione dell’odio è necessario adesso. Il livello di saturazione è colmo. Assistiamo al proliferare di una violenza verbale condivisa, giustificata, sottostimata come mai era successo prima. È una violenza che si nutre di se stessa e che si moltiplica attraverso menzogne e luoghi comuni. Una violenza che spesso rimbalza sulle prime pagine dei giornali e che ancora più spesso accumula “like” sulla rete. Per alcuni è ormai diventa macchina da soldi, si guadagna attraverso le visualizzazioni e le condivisioni dell’odio. Le pubblicità pagano bene. Ma è un reato, si chiama istigazione all’odio razziale. Non è una opinione.
La macchina che produce la paura non sa che farsene della verità. Diffonde bugie e altera i fatti a suo piacimento, produce barricate e sassaiole, aggressioni. Ma l’atto in se, per quanto grave, ora passa in secondo piano. Il vero problema è l’abitudine, l’assuefazione alla violenza che diventa normale che entra nel linguaggio comune di chi guarda e non reagisce. Il rischio linciaggio è sempre dietro l’angolo. È successo a Lamezia Terme recentemente, un episodio da manuale della pessima informazione con la falsa notizia di una aggressione ad un vecchietto da parte di uomini di colore. Rapina e stupro dicevano i dettagli che hanno spinto una settantina di persone a protestare contro un centro di accoglienza per minori in una casa confiscata alla ndrangheta.
Succede sempre più spesso e ogni volta che si innesca la caccia al migrante corriamo tutti il pericolo che si vada oltre, che venga superato quel limite che fino ad ora ha consentito a molti di evitare di prendere posizione.
“Il problema non è la caduta, è l’atterraggio”, le parole di un film del 1995 che si intitola “l’Odio” rendono perfettamente la condizione che stiamo vivendo. Spero che non succeda mai, mi auguro che quel limite non venga superato. So però che il Servizio Pubblico ha la forza e l’autorevolezza di porre un argine continuando semplicemente a fare quello che è scritto nel suo mandato, dicendo la verità fino in fondo per aiutare gli italiani a vedere e a capire cosa esattamente hanno di fronte.
Deve essere una scelta precisa. L’Usigrai l’ha messa in moto assieme a Carta di Roma, Articolo21 e alla European Federation of Journalists. Deve diventare una scelta di tutti.