Le nomine dei vicedirettori appena varate sembrano soddisfare più la fame dei partiti che una reale esigenza delle testate Rai.
Siamo stati costretti per giorni a leggere sulla stampa l’appartenenza politica a questo o a quel partito, di destra o di sinistra, dei singoli vicedirettori nominati o in corsa. Una vera e propria spartizione di poltrone con tripli e quadrupli salti da parte di qualcuno.
Non sazi, i partiti hanno trovato il modo anche per infilare una nuova vicedirettrice a Rainews 24 dove solo pochi giorni fa erano stati sostituiti altri tre vicedirettori.
Dopo aver letto anche di un interessamento di Usigrai sulle nomine riteniamo utile ribadire che il sindacato dei giornalisti Rai non si occupa di promozioni e non sponsorizza nessuno; non esiste la “quota Usigrai”.
L’Usigrai ha un solo amico. Le regole. E si batte per farle rispettare, o per cambiarle, come nel caso della legge voluta dal Governo Renzi che mette nelle mani dell’esecutivo la governance della Rai.
L’Usigrai non è uno sponsor, non è un marchio, non è un pass Vip.
L’Usigrai non ha bandiere e non ha colori e non ha mai chiesto e non chiede a nessuno tessere. Se non quella del sindacato. Anche se nella sua storia ha sempre tutelato tutti, anche i non iscritti.
L’Usigrai vorrebbe la politica fuori dalla Rai e di certo non si mette a fare lo stesso gioco, chiedendo nomine.
Usigrai non si occupa di caselle o promozioni ma solo del rispetto del contratto e dei cittadini che pagano il canone. Quindi ancora una volta denunciamo un sistema che non condividiamo e a cui non abbiamo mai partecipato e sicuramente non abbiamo intenzione di iniziare ora.