Dopo l’intervista del sottosegretario Antonello Giacomelli rilanciamo la nostra richiesta di convocazione di un tavolo governativo con sindacati e azienda.
Il taglio di 150 milioni, la riflessione sul canone, un nuovo piano editoriale per l’azienda non sono temi che possono essere affrontati a colpi di comunicati e interviste.
In ballo c’è il Servizio pubblico di un Paese, il futuro dell’informazione e i posti di lavoro di una azienda e di un intero indotto.
Dal dibattito mancano del tutto i 3 temi fondamentali: il governo non dice una sola parola sulla riforma dei criteri di nomina dei vertici Rai. Evidentemente si vuole una Rai ancora al guinzaglio dei partiti.
Un guinzaglio reso ancora più corto oggi affermando il precedente pericolosissimo per il quale il governo di turno può mettere le mani nel bilancio dell’azienda di Servizio Pubblico: creare dipendenza economica per garantirsi l’asservimento. Non è mai accaduto nel nostro Paese, neanche nelle fasi peggiori del conflitto di interessi. Non è accaduto in nessun Paese europeo.
Manca un qualunque piano strategico sul Servizio Pubblico, sull’informazione, sul tema delle reti e delle torri di trasmissione.
Da tempo l’Usigrai ha annunciato di avere un progetto di autoriforma da mettere sul tavolo. Ma a un dialogo per riformare e innovare, il governo preferisce provvedimenti spot.
Non permetteremo mai lo smantellamento della presenza sul territorio della Rai, la svendita delle torri e l’indebolimento dell’informazione di Servizio Pubblico.
L’Esecutivo Usigrai