di Santo Della Volpe, Direttore di Libera Informazione
La Rai è un bene di tutti i cittadini, è l’unica azienda in grado di svolgere il ruolo di vero servizio pubblico, facendo da tramite e propulsione dei diritti, tra tutti gli italiani e quella piattaforma culturale digitale che sta formando le nuove generazioni, senza perdere i valori della nostra società. La Rai è il luogo della conoscenza, dell’informazione, del piacere visivo,dei film e della documentaristica più aggiornata,della scienza e della politica, delle arti e della musica.
Solo sviluppando le capacità di produzione, trasmissione e crescita della Rai si contribuisce alla crescita culturale del nostro Paese,legando la Cultura millenaria che portiamo nel nostro DNA con la velocità della trasmissione e della comunicazione. Solo con la RAI i luoghi più lontani dell’Italia (non solo in senso geografico) si possono sentire vicini e capaci di far sentire la propria esistenza; perché solo il Servizio Pubblico ,con gli strumenti tecnologici odierni, può essere elemento interattivo di scambio e discussione dei diritti individuali e collettivi, sociali, economici. Per diffondere gli insegnamenti e le conoscenze di chi vuole lottare contro le mafie e la corruzione, con l’impegno quotidiano e la determinazione che può essere vincente solo quando è sentimento diffuso e condiviso. La Rai fa e può ancor meglio costruire questa Cultura della Legalità e dei Diritti,insieme al piacere di vivere, conoscere, imparare e tramandare il benessere e la cultura, legando la legalità,la lotta ai soprusi di pochi violenti ai danni della maggioranza dei cittadini, con l’intrattenimento e la Bellezza.
Per questo è impensabile oggi colpire le basi e le fondamenta della diffusione del segnale digitale della Rai,le sue redazioni centrali e regionali, la qualità delle sue produzioni. Sarebbe in gioco la crescita culturale dell’Italia, le sue possibilità di uscire dalla crisi economica e sociale di questi anni con nuovi valori collettivi e propulsivi.
Tagliare le possibilità economiche della Rai in questa stagione di rilancio, appena conclusa una fase di razionalizzazione e di sofferenza per chi vi lavora con passione, significa voler colpire il suo futuro in vista del rinnovo della concessione del 2016. In definitiva significa ridimensionare le possibilità di spingere il nostro Paese fuori dalla crisi,usando la cultura e le produzioni colturali ed intellettuali, facendogli quindi fare un balzo in avanti,approfittando della necessità di uscire dalla sfiducia e dalla recessione di questi anni.
Per questo la giornata dell’8 maggio è importate. Perché sulla Cultura,sulla Legalità, sulla lotta alla corruzione con le risorse della conoscenza e dei diritti, dell’informazione e della democrazia, ci devono essere solo più investimenti . Solo e soltanto più risorse e meno lacci politici, più passione ed amore per la RAI e sempre meno occupazione di spazi e di potere.