Cosa deve succedere ancora perché il Parlamento intervenga con una legge di sistema a tutela dell’editoria e dell’informazione?
Poche settimane fa ha chiuso l’agenzia Redattore Sociale, prima di Natale lettere di licenziamento sono toccate a lavoratrici e lavoratori della free press Metro già gravati da enormi sacrifici e mesi di cassa integrazione.
Editoria e informazione, pilastri di ogni democrazia, non hanno bisogno di mance di fine anno ma di una legge di sistema che ne favorisca lo sviluppo e il ruolo di corpo intermedio nella rappresentazione delle istanze della cittadinanza e di controllo sull’esercizio del potere.
Solo la debolezza di quest’ultimo può suggerire di non fare nulla per risolvere la crisi del settore dell’informazione: scomodo se fa il suo lavoro, ma necessario per l’equilibrio di ogni democrazia e di ogni stagione di governo scelto da elezioni libere.
Per questo, oggi come ieri, siamo al fianco di chi sta già pagando il prezzo di questa crisi, nei confronti della quale continuano a mancare attenzione e proposte per il rilancio del settore, secondo i criteri di autonomia e indipendenza dei media indicati dall’Europa nel regolamento sul Media Freedom Act che entrerà in vigore dal prossimo anno.