Solidarietà al Cdr del Tg1. Inaccettabile che l’informazione del servizio pubblico si trasformi in propaganda.

Condividiamo totalmente quanto scritto dal Cdr del Tg1: l’intervista di oltre 4 minuti al ministro Salvini lede uno dei principi alla base del giornalismo: l’equidistanza tra i soggetti di cui siamo chiamati ad occuparci.

Ancora una volta, come denunciato in un comunicato nell’assemblea dei Cdr della Rai lo scorso 17 aprile, il servizio pubblico diventa megafono dei partiti.

Quell’intervento in diretta del ministro non è informazione, ma propaganda..

È evidente che il governo – e in particolare il partito del ministro delle Infrastrtture – non voglia una Rai autorevole e indipendente. Spostare una parte del canone, sempre più consistente, in fiscalità generale vuol dire mettere il guinzaglio all’azienda che da servizio pubblico diventa di tv di stato, soggetta ai diktat dell’esecutivo: dalle nomine alle disastrose scelte di palinsesto di questi giorni, fino alla linea editoriale dei tg.

Esattamente l’opposto dei principi sanciti dall’European Media Freedom Act che presto sarà legge.

Esecutivo Usigrai