di Maria Gianniti
Gabriele Del Grande, blogger e documentarista, è bloccato in un commissariato turco nella provincia dell’Hatay, una regione sudorientale del paese non lontano dal confine con la Siria. Dalle informazioni che arrivano dalla Turchia si sa che sta bene, ma che entro giovedì verrà espulso dal paese.
A seguire il suo caso ci sono gli addetti della nostra rete consolare. Per chi segue le vicende legate ai migranti il nome di Gabriele Del Grande dice molto. Da oltre dieci anni, attraverso il suo blog FORTRESS EUROPE racconta i drammi di chi fugge dalle guerre e cerca disperatamente di raggiungere l’Europa.
Nel 2013, quando l’Italia divenne paese di transito per migliaia di siriani che volevano solo raggiungere il Nord Europa, assieme ad alcuni amici decise di seguirne un gruppo e inventarono un ipotetico corteo nuziale immaginando che così nessuno li avrebbe fermati. Il viaggio fu un successo e grazie a un crowdfunding, un finanziamento dal basso, ne e’ nato un bellissimo film dal titolo “Io Sto con la Sposa”, proiettato in decine di paesi.
Da mesi Del Grande è impegnato in un nuovo progetto per la preparazione di un libro dal titolo “Un Partigiano mi Disse”. Anche questa volta si tratta di una produzione dal basso che lo ha portato già in Grecia, in Iraq e nelle ultime settimane in Turchia. “La guerra in Siria e la nascita dell’ISIS raccontate attraverso l’epica della gente comune in un intreccio di geopolitica e storytelling”, si legge dal sito in cui espone il suo nuovo progetto. Ma proprio in Turchia, dove si concentrano oltre due milioni di profughi siriani, persone tra le quali Gabriele era andato a cercare spunti per arricchire la sua narrazione, il viaggio si e’ improvvisamente interrotto.
Non sappiamo perché sia stato fermato, sappiamo solo che quanto sta accadendo a Del Grande è solo l’ennesima manifestazione di un regime che non è più in confidenza con la libertà di espressione. A pochi giorni da un referendum costituzionale, in un paese che conta il record negativo per giornalisti, scrittori e politici di opposizione detenuti in carcere , la vicenda di Gabriele Del Grande è solo l’ultimo tassello di quel mosaico di repressione che ormai e’ stato disegnato in Turchia.