Se gli obiettivi sono meritocrazia e competenza siamo pronti alla sfida. Al Direttore Generale della Rai, intervistato oggi dal Corriere della Sera, diciamo che abbiamo idee e proposte.
Ha ragione il Dg a parlare della “passione” di chi lavora in Rai, e della forte identità.
Come dimostrato dallo straordinario lavoro fatto in questi giorni sulle vicende legate al terrorismo.
Ancor di più quindi diciamo che il cambiamento radicale necessario non può essere calato dall’alto: deve passare per il confronto, che ad oggi non c’è.
L’Usigrai chiede da tempo una rivoluzione in Rai, e con coraggio ha messo in campo RaiPiù: una proposta di riforma profonda della nostra azienda.
Ma dagli slogan bisogna passare ai fatti: in Rai ci sono professionisti da valorizzare, anche per questo bisogna dire basta allo strapotere di società di produzione e agenti che impongono conduttori, opinionisti e a volte addirittura ospiti.
Bisogna assicurare mezzi e risorse adeguati. E non certo risparmiare sugli strumenti di lavoro, come – solo a titolo di esempio – l’assurdo taglio dell’abbonamento con la France Presse.
Così come l’informazione non può essere costretta nel solo spazio dei tg: approfondimenti, inchieste, racconto, documentari, in generale i programmi di rete devono tornare sotto la titolarità delle testate. Solo così si potranno sviluppare linguaggi e format diversi, e quindi vincere in efficienza ed efficacia.
Stupisce il silenzio su tutto il comparto radiofonico: dove in questi mesi si sta giocando una partita decisiva sul fronte delle concentrazioni proprietarie e delle frequenze.
È evidente che la difesa dei posti di lavoro sarà totale. Ed è positivo che il Dg chiarisca che non è un tema all’ordine del giorno, chiudendo lo stillicidio di presunte ed interessate indiscrezioni fatte trapelare sui quotidiani più volte negli ultimi mesi per creare inutili tensioni contro i giornalisti Rai.
Di tutto questo parleremo al Congresso Usigrai che si terrà a Padova dal 9 al 12 dicembre, da dove le giornaliste e i giornalisti Rai rilanceranno la sfida su innovazione e riforme, per una Rai nuova, crossmediale, che rafforzi il suo ruolo di Servizio Pubblico.
L’Esecutivo Usigrai