La Rai Servizio Pubblico ha bisogno di interventi urgenti. Siamo consapevoli che il governo appena nominato ha priorità legate alle regole istituzionali, ma le scadenze che riguardano la Rai sono non eludibili.
Il 2016 è ormai quasi concluso, e nessuno ha dati certi definitivi sui ricavi da canone di quest’anno. Eppure si è deciso un taglio del 10% del canone. Ad oggi non sono prevedibili i danni derivanti da questa decisione.
Ancor più pericolosa se legata alla ipotesi di intervento sui tetti pubblicitari che comporterebbe una perdita secca intorno ai 100 milioni.
Avere risorse certe, di lunga durata, e non dipendenti anno per anno dal governo e dalla maggioranza di turno sono elementi fondamentali dell’autonomia di qualunque Servizio Pubblico.
Altrettanto pericoloso l’inserimento della Rai nella lista Istat sulla spesa pubblica. Se fosse confermato, costringerebbe l’azienda a lacci burocratici incompatibili con un mercato dinamico come quello editoriale e crossmediale. Eppure la deroga è stata concessa con la Legge di Stabilità a un’altra azienda, ma non alla Rai.
Tutto questo alla vigilia del rinnovo della Concessione. Tenuto conto dei 30 giorni necessari alla Vigilanza, siamo ormai quasi fuori tempo massimo.
Solleviamo queste urgenze perché riguardano nei fatti lo sviluppo, l’autonomia e l’indipendenza del Servizio Pubblico. Questioni verso le quali il neo Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha sempre mostrato grande sensibilità e attenzione, a partire dalla proposta di riforma che elaborò quando era ministro delle Comunicazioni proprio per liberare la Rai dal controllo dei partiti e dei governi, e che oggi probabilmente andrebbe ripresa come ottima base per la riforma della Rai.
L’Esecutivo Usigrai