L’Esecutivo Usigrai condivide e fa proprie le preoccupazioni espresse dall’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti del Tg3.
In diverse occasioni Rai3, così come le altre reti del servizio pubblico, ha registrato performance di ascolto negative, anche sotto l’1-2% di share. E questo a causa di scelte aziendali quanto meno discutibili tra costose produzioni in appalto, nuovi programmi che poco o nulla hanno a che fare con l’identità delle reti stesse, conduttori esterni che hanno sostituito volti del Servizio pubblico, riconosciuti e con risultati oggettivi in termini di autorevolezza e ascolti.
L’Usigrai chiede dunque all’Azienda di avviare una riflessione sul prodotto e sui risultati raggiunti dalle neonate Direzioni di genere.
Al Parlamento chiede invece di lavorare ad una riforma della legge di governance che finalmente liberi la Rai dal controllo dei partiti e del governo e garantisca indipendenza di risorse, come previsto dall’European Media Freedom Act.