Francesco Merlo non conosce vergogna.
È venuto in Rai, ha contrattato uno stipendo da 240 mila euro e clausole uniche nella storia del Servizio Pubblico, come il peggiore dei marinai ha abbandonato la nave un attimo prima del naufragio. E ora utilizza la cortesia di un invito a “In Mezz’ora” per sparare a zero sulla Rai.
Atteggiamento tipico di chi non è in grado di ammettere il proprio fallimento.
Lasci perdere le sedi regionali: mentre noi eravamo al lavoro sul campo per l’emergenza terremoto, lui – consulente Rai – invece di coordinare il lavoro, era a scrivere pezzi per il gruppo L’Espresso, per arrotondare lo stipendio da 240mila euro.
E infatti non ha mai varcato le porte di una sede regionale per vedere come e quanto si lavora in quelle redazioni.
E la conduttrice Lucia Annunziata avrebbe ben potuto smentire Merlo e ricordarlo.
L’unico che si è accorto del passaggio di Merlo in Rai è il cassiere che gli ha dovuto pagare il lauto stipendio.
Se noi siamo stati i suoi stalker, lui è stato il mobbizzatore della Rai che vuole le riforme: insulta, si fa chiamare in Rai, prende i soldi (tanti!), non produce nulla e scappa.
Il vertice della Rai – dal Dg al CdA – che lo ha voluto come consulente, esca dal corresponsabile silenzio, chieda scusa ai cittadini per come hanno speso i loro soldi, e valuti se esistono gli estremi per chiedere i danni per le affermazioni di oggi.
L’Esecutivo Usigrai