I mandanti del manganello mediatico con il quale attraverso le pagine de Il Giornale si tenta oggi di danneggiare l’azione del sindacato alla vigilia di uno sciopero sono avvisati. Non sarà un cumulo di bugie messo insieme senza alcuna verifica a cambiare la verità dei fatti e a fermare l’azione del sindacato che ancora oggi rappresenta le giornaliste e i giornalisti della Rai.
Il metodo è chiaro fuori e dentro la Rai. Tutelare gli amici e colpire chi alza la testa per dire che qualcosa in questo sistema non funziona.
Non funziona il reiterato tentativo di delegittimare il sindacato alla vigilia di uno sciopero.
Non funziona aprire allo stesso tempo azioni disciplinari per un dipendente Rai, esponente sindacale, per un innocuo post su Facebook.
Non funziona provare a derubricare la vicenda Scurati a un disguido via mail.
Le impronte digitali su queste vicende sono sempre le stesse e tre indizi, come si dice, fanno una prova.
La prova che chi si oppone a questo metodo di controllo asfissiante sul lavoro giornalistico in Rai deve essere colpito. Non importa come, purche si faccia.
Noi non ci piegheremo e continueremo a difendere le ragioni delle giornaliste e dei giornalisti della Rai. Di quelli che ieri hanno scioperato in massa al giornale Radio Rai contro le ipotesi di scorporo di alcune redazioni e di quelli che sciopereranno il 6 maggio per difendere il proprio lavoro.